Studi economici alla Bocconi, ma da sempre appassionato di software ed innovazione, Mattia Perroni, ha iniziato la sua carriera come consulente in tema di private equity, principalmente nel settore pharma, a cavallo tra Londra e Milano. Dopo un quinquennio in Rocket Internet, è diventato Country Manager Italia e direttore e-commerce internazionale di Houzz, società in portafoglio a Sequoia Capital, con sede a Palo Alto in Silicon Valley. Nel 2020 realizza l’idea di Medicilio: un progetto che mette insieme talenti in campo clinico e digitale con lo scopo di portare esami medici il più vicino e rapidamente possibile ai pazienti.
Com’è nato questo progetto?
“Direi dalla congiunzione di due fattori significativi, spiega Mattia. Innanzitutto, in un determinato momento della mia vita e della mia carriera professionale, ho sentito l’impellente desiderio di dedicarmi a qualcosa che avesse un impatto sociale più tangibile. Ho quindi messo al servizio di questa causa la mia esperienza nel campo della tecnologia e della digitalizzazione. In secondo luogo, sono stato contattato da un tecnico di radiologia e durante la conversazione, mi ha fatto riflettere sul numero considerevole di persone fragili, disabili o temporaneamente deboli che si recano in ospedale senza una reale necessità, causando disagio a sé stessi, ai loro caregiver e alle strutture ospedaliere. Questa situazione mi ha portato a riflettere sull’inadeguatezza delle attuali strutture e del sistema logistico sanitario, che spesso richiede l’intervento di ambulanze per il trasporto di queste persone. Sebbene il progetto abbia assunto forme diverse rispetto a quelle iniziali, si è notevolmente evoluto nel tempo partendo da questi due assunti fondamentali. Personalmente, dopo aver conseguito la laurea alla Bocconi, ho provato dei rimpianti per non aver seguito la mia vera passione nel campo dell’informatica e del software. Ho seguito un percorso per così dire “tradizionale”, iniziando una carriera nella consulenza per il private equity, lavorando con aziende farmaceutiche e biotech a Londra. Successivamente, ho avuto l’opportunità di lavorare presso Rocket Internet, diventando il primo dipendente a gestire le operazioni nelle Filippine e in seguito in Egitto. Queste esperienze mi hanno permesso di acquisire una prospettiva globale sul mondo imprenditoriale e tecnologico, aprendomi gli occhi su pratiche e approcci innovativi utilizzati dai migliori professionisti del settore. Ad esempio, ho avuto l’occasione di visitare gli uffici di LinkedIn, dove mi sono reso conto della grande importanza della vendita diretta tramite telefono, un approccio che spesso manca in Italia. Queste esperienze mi hanno portato a riconsiderare l’approccio italiano al lavoro e alla tecnologia, aprendomi a nuove prospettive e stimolandomi ad abbracciare una metodologia più ambiziosa e orientata al risultato.”
E hai deciso di cambiare vita…
“Decisamente sì, – conferma Mattia – ho deciso un giorno di lasciare il mio lavoro e tornare in Italia. Anche se c’era l’opportunità di trasferirmi nella Silicon Valley, ho preferito non approfittarne, avendo già viaggiato abbastanza ed avendo il desiderio di stabilirmi qui. Ed è nato Medicilio, che ha un obiettivo preciso: rendere la medicina il più accessibile possibile per i pazienti.
In che modo?
“I servizi di Medicilio sono particolarmente significativi per gli anziani e le persone fragili, poiché riducono la necessità di recarsi in ospedale, contribuendo così a migliorare la qualità della loro vita. Riducendo il numero di visite in ospedale, riusciamo anche a prevenire ricadute e a evitare costose degenze ospedaliere. Inoltre, forniamo comfort anche ai caregiver, spesso donne, che possono così dedicare meno tempo e sforzi alla gestione delle cure dei propri cari. Inizialmente, abbiamo affrontato molte sfide da soli, poiché il settore ospedaliero era abituato allo status quo. Tuttavia, ora stiamo collaborando con strutture come Humanitas e San Raffaele, integrando i nostri sistemi per garantire un flusso di dati più efficiente e una migliore gestione del paziente, che continua a essere monitorato anche dopo il ritorno a casa. Questo ci sta portando verso una decentralizzazione del sistema ospedaliero, migliorando l’assistenza e l’accessibilità per tutti.”
Come funziona il vostro servizio?
“In modo molto semplice: immaginiamo– spiega Mattia – un paziente che ha necessità di un esame diagnostico. Lo può fare esattamente come ha fatto il giorno precedente ordinando la pizza su Glovo, decidendo di prenotare una radiografia, un’ecografia o un esame del sangue su Medicilio. Ovviamente, ci sono alcune differenze nei dettagli. Ad esempio, per una radiografia, essendo un esame che utilizza raggi ionizzanti, è necessaria una prescrizione medica. Ma, alla fine, è proprio come ordinare una pizza. Questa modalità vale per i pazienti che ci contattano direttamente, mentre per i pazienti che vengono indirizzati a noi dall’ospedale, il processo è un po’ diverso. Supponiamo che un paziente sia sotto l’assistenza di un ospedale come il San Raffaele. In alcuni casi, come per i pazienti del protocollo Tao di Humanitas, che necessitano di monitorare regolarmente la coagulazione del sangue, anziché recarsi in ospedale, siamo noi ad andare da loro per conto dell’ospedale. Ciò che conta per il paziente è la comodità di prenotare un esame diagnostico a casa propria e ricevere i risultati digitali in modo chiaro e immediato.”
Quali esami o prestazioni può prenotare il cliente?
“La nostra gamma iniziale di esami comprendeva test quali radiografie, esami del sangue ed ecografie, insieme alla dermatoscopia per l’identificazione del melanoma. A questi si aggiungeva la diagnostica cardiaca, con esami come gli elettrocardiogrammi e il monitoraggio della pressione arteriosa. Si tratta di servizi che rappresentano ciò che comunemente viene definito diagnostica di primo livello. Successivamente abbiamo introdotto servizi digitali come il telemonitoraggio, che consente ai pazienti di rimanere connessi all’ospedale tramite parametri vitali monitorati dai medici, e le tele-consultazioni nel caso in cui un esame diagnostico richieda una discussione più approfondita. Ad esempio, se si sospetta una fibrillazione atriale su un ECG, il paziente può avere una consultazione con un cardiologo, o se viene rilevata una possibile polmonite su una radiografia toracica, il radiologo può discuterne con il medico curante tramite una tele-consultazione. Questi sono esempi di percorsi clinici comuni.”
Come avete ottenuto i macchinari che utilizzate e come avviene il trasporto?
“Abbiamo iniziato partendo completamente da zero” continua Mattia. “Abbiamo acquisito una macchina radiografica e assunto un tecnico. Inizialmente, dovevamo capire tutto, proprio tutto, dall’integrazione hardware-software fino alla gestione dei dati. Non potevamo permettere che il tecnico facesse l’imaging a casa del paziente e poi portasse fisicamente il risultato al medico. Dovevamo integrare i dati in modo che viaggiassero direttamente verso i medici. Ho menzionato il caso della radiografia perché è più complesso, gli altri esami sono più semplici. Anche le informazioni anagrafiche dei pazienti devono essere sincronizzate con i macchinari. Successivamente, abbiamo iniziato a collaborare con partner in tutta Italia che già eseguivano esami domiciliari. La medicina, d’altronde, è iniziata così, con i medici che visitavano le persone a casa. Alcuni provider già facevano esami privati, come un tecnico a Taranto che si era attrezzato autonomamente: abbiamo iniziato a far erogare loro gli esami attraverso la nostra piattaforma, agendo come intermediari tra pazienti, erogatori e ospedali. Per quanto riguarda il trasporto, non è così impegnativo come ci si potrebbe immaginare. Abbiamo uno stativo di alluminio con un braccio che si collega al tubo radiogeno, consentendo al paziente di rimanere a letto o sedersi, a seconda delle necessità. Dopo aver eseguito l’immagine, il paziente riceve il referto sulla piattaforma entro circa tre ore.”
Riguardo ai prezzi rispetto a un servizio normale effettuato in ospedale, qual è la differenza?
“Dipende naturalmente dal tipo di esame” spiega Mattia. “Prima di tutto, è necessario precisare che purtroppo questi esami non sono rimborsati dal sistema sanitario, quindi parliamo di sanità privata, sempre intermediata dalle assicurazioni. Il mio sogno è che un giorno diventi sanità pubblica, ma al momento non esiste un DRG, cioè non c’è un codice di rimborsabilità per questo tipo di esami, anche se alcune Regioni li stanno sperimentando; quindi, credo proprio che si stia andando in quella direzione. Rimanendo allo stato attuale, parlando di privato a privato, l’ecografia costa circa il 20% in più rispetto al costo nel territorio. Le radiografie costano circa il 50% in più. Ad oggi, più di 13.000 pazienti hanno usufruito del nostro servizio, e molti di loro ci considerano il loro poliambulatorio di fiducia. Quando devono fare un esame, vengono da noi come ultima risorsa prima di accedere a un servizio ospedaliero.”
Quali sono i vostri prossimi step?
“Beh, umilmente direi che abbiamo finalmente compreso che ciò che facciamo funziona ed è necessario”- afferma Mattia. “Ora l’obiettivo è renderlo disponibile in un numero sempre maggiore di città italiane. Attualmente, tutti i nostri servizi, dalle radiografie alle ecografie e altro, sono disponibili a Milano, Monza, Brianza e Varese, coprendo l’intera provincia di Milano e alcune parti della regione Lombardia. Inoltre, sono parzialmente disponibili a Torino, Roma, Pescara, Taranto e in alcune parti dell’Emilia-Romagna. Passo dopo passo, stiamo espandendo la nostra presenza città per città.”