Il CEO di Test1, Alessandro Taini ci racconta la genesi della sua società: “L’inventore della tecnologia sviluppata da Test1 – ricorda – fu Giuseppe Peroni, che negli anni ’70 lavorava presso l’industria chimica Montedison a Venezia. Il sindaco della città chiese all’azienda di sviluppare un materiale per recuperare l’olio sversato nei canali, e fu proprio Peroni a creare il primo prototipo della spugna di T1. Tuttavia, questo prodotto non fu mai brevettato.”
Il problema dell’inquinamento delle acque, nel frattempo, non è certo diminuito d’importanza, anzi: “Nel 2010 – prosegue – si verificò uno dei disastri ambientali più gravi della storia: l’esplosione della Deepwater Horizon, che ha causato uno sversamento di circa 500 milioni di litri di petrolio nel Golfo del Messico. La British Petroleum ha speso circa 40 miliardi di dollari per bonificare l’area, riuscendo a recuperare solo il 20% dell’olio versato. Questo evento ha fatto emergere la necessità di una soluzione più efficace per gestire gli oil spill”.
La tecnologia sviluppata da Test1 punta esattamente a risolvere questo problema: “Il nostro prodotto FoamFlex è stato ufficialmente testato e riesce ad assorbire fino al 60% dell’olio sversato, con un notevole risparmio di costi fino al 93% rispetto alle attuali tecnologie. Questo ci consente di fornire una soluzione più efficiente, economica e rispettosa dell’ambiente per il recupero degli oli.”
Il prodotto rappresenta quindi per molti aspetti un esemplare “uovo di Colombo” in grado di contenere e gestire un problema strutturale e critico: il round da 1,7 milioni di euro servirà inizialmente per la commercializzazione del prodotto e per sviluppare una strategia di comunicazione aziendale efficace. Successivamente, i fondi saranno impiegati per lo sviluppo tecnologico, creando una serie di sistemi ingegnerizzati automatici che consentiranno un’espansione scalare idonea a differenti target di business.
L’esperienza “sul campo” è decisamente positiva, come dimostra quanto avvenuto negli Stati Uniti: “Nel 2018, siamo stati accettati nell’acceleratore a fondo perduto dell’Oil and Gas Technology Center (OGTC), finanziato principalmente da British Petroleum. Successivamente, abbiamo avuto la possibilità di testare la nostra tecnologia presso l’Ohmsett (Oil Spill Response Research & Renewable Energy Test Facility), una struttura controllata dal BSEE (Bureau of Safety and Environmental Enforcement) e coordinata dal DOI (Department of the Interior). Durante i test, il prodotto di Test1 è stato riconosciuto come il più performante rispetto ai competitor.”
IL CEO sottolinea come questi test pratici abbiano dimostrato l’efficacia della tecnologia di Test1 e come l’ingegnerizzazione del prodotto sia stata ben accolta dai manager: “Queste evidenze ci hanno spinti a continuare nella stessa direzione. La principale differenza tra il prodotto di Test1 e quelli dei competitor – conclude – è che questi ultimi assorbono notevoli quantità di acqua, generando costi aggiuntivi, mentre il nostro prodotto risulta più efficiente e sostenibile.”