“La nostra tecnologia consente prestazioni superiori a costi inferiori”

Abbiamo incontrato Laura Esposito, ricercatrice del CNR e CEO di Zenit Smart Polycristal, per ripercorrere con lei il cammino di questa startup che sta mettendo in atto un esempio perfetto di trasferimento tecnologico, dall’idea al mercato, e sulla quale il CDA di LIFTT ha finalizzato un investimento da 200.000 euro che consentirà di realizzare il Proof of Concept.

Perché è nata Zenit?

“Zenit – spiega – è nata come spin-off del CNR ISTEC, che opera nel cuore del Distretto della Ceramica di Faenza e che dal 1965 si occupa di ricerca e sviluppo di materiali avanzati in ambito ceramico. E proprio nell’ambito di queste ricerche abbiamo individuato una nuova prospettiva per il mercato delle sorgenti laser a stato solido. La start up è stata creata due anni fa, dopo il deposito del brevetto. Il brevetto, a sua volta, è stato il frutto di dieci anni di ricerca sui policristalli ceramici per applicazioni ottiche svolta dal gruppo di ricercatori di cui facevo parte e che, insieme a me sono divenuti i fondatori di Zenit. Siamo riusciti a determinare un processo di lavorazione nell’ambito della tecnologia laser che consente la definizione di policristalli più efficienti e meno costosi rispetto alla tecnologia dominante del monocristallo. Abbiamo in sostanza intuito che l’utilizzo di materiali ceramici trasparenti aveva dei vantaggi importanti in questo settore. Possiamo infatti produrre delle forme con un alto grado di libertà e anche con una struttura complessa, composta da materiali con una variazione di composizione interna in un unico pezzo. Ad oggi, infatti, è possibile produrre componenti di questo tipo solo assemblando a caldo diversi pezzi attraverso un procedimento difficile e costoso. La nostra innovazione consiste nell’adozione del processo ceramico e della stampa in 3D in luogo di quello a cristalli singoli o monocristallo”.

Il riscontro è stato subito positivo?

“Si, e infatti abbiamo brevettato questo processo proprio perché i primi riscontri degli operatori del settore ci hanno confermato che il potenziale applicativo a livello industriale era decisamente più alto e più innovativo rispetto a quello attualmente presente sul mercato. I passi successivi hanno validato la bontà dell’intuizione: in primis abbiamo partecipato alla Start Cup dell’Emilia-Romagna e da lì siamo arrivati al Premio Nazionale per l’Innovazione, il PNI. Ci manca l’ultimo e decisivo step: il confronto con il mercato, che rappresenta la vera cartina di tornasole della bontà del lavoro di un ricercatore: io posso pensare di avere un’idea bellissima, ma è il mercato a dovermelo confermare. Proprio al PNI abbiamo avuto riscontri incoraggianti relativamente al nostro business plan, che è stato molto apprezzato, nonostante nessuno di noi avesse mai sviluppato prima un business plan né tantomeno creato un’azienda. Inoltre, entrando in relazione diretta con potenziali clienti nel mondo dell’Industria, abbiamo notato un interesse per questo tipo di componenti proprio da parte degli utilizzatori finali. Mettendo tutti questi elementi insieme, ci siamo resi conto che il nostro progetto disponeva delle credenziali corrette per affrontare il mercato. Da qui l’incontro con LIFTT: l’investimento che è stato finanziato servirà alla fase di “Proof of Concept”.Siamo riusciti a determinare un processo di lavorazione nell’ambito della tecnologia laser che consente la definizione di policristalli più efficienti e meno costosi rispetto alla tecnologia dominante del monocristallo.

In che cosa consiste esattamente la tecnologia di Zenit?

“Nasciamo come detto all’interno di un distretto italiano noto in tutto il mondo, quello emiliano della ceramica: la nostra tecnologia deriva anche dal know-how specifico presente in questo territorio, e si basa sull’ “additive manufacturing” della stampa 3D che consente la realizzazione dei componenti ceramici trasparenti che servono per applicazioni ottiche, per sorgenti da radiazioni laser ma anche per i scintillatori o per i fari laser. La stampa 3D ci consente di realizzare dei componenti che – a differenza di quelli attualmente impiegati per queste applicazioni – possono essere realizzati in forme complesse e con parti di materiali di diversa natura o con composizioni diverse. Il valore aggiunto di Zenit consiste nell’aver messo a punto un processo che consente di ottenere una trasparenza ottica perfetta. Fino ad ora infatti stampare materiali ceramici trasparenti è sempre stato molto difficile a causa delle tecniche di lavorazione che comportano delle porosità residue che riducono la trasparenza del materiale: la luce si rifrange e il materiale non è più otticamente trasparente”.

Una soluzione che apre prospettive inedite.

“Assolutamente sì: sulla base di questo brevetto innovativo vogliamo infatti portare sul mercato questi nuovi materiali che dispongono di prestazioni ottiche superiori e per di più sono molto meno costosi a livello di produzione della tecnologia con monocristalli.”

Quali sono i mercati di riferimento?

“In questo primo anno ci vogliamo focalizzare sul mercato su cui abbiamo fatto il maggior numero di verifiche sperimentali, che è il mercato dei laser. Attualmente i monocristalli emettono una radiazione laser: i nostri policristalli invece dispongono di una strutturazione complessa che permette di potenziare le applicazioni in diversi ambiti, dalle lavorazioni industriali alle saldature, dalle incisioni agli utilizzi di tipo medicale, ad esempio nell’oculistica. Vi sono però altri ambiti di interesse: nell’automotive, ad esempio, i fari sono quasi tutti a led, mentre noi proponiamo invece di sostituirli con quelli laser, che sono già in parte esistenti ma in un mercato molto di nicchia, mentre nella nostra idea si potrebbe allargare il mercato a una produzione più di larga scala. Durante questi 2 anni abbiamo contattato dei clienti potenziali, abbiamo monitorato le loro esigenze, li abbiamo identificati e abbiamo anche delle lettere di intenti che dimostrano il loro interesse nel testare i nostri materiali. L’idea è quindi quella di utilizzare il Proof of Concept per la validazione dei componenti che verranno costruiti anche in funzione delle applicazioni che ci hanno indicato questi clienti potenziali con cui siamo già in contatto. Nell’arco di questo anno vorremmo quindi arrivare alla validazione di questi componenti e quindi, trasferendo i prototipi presso di loro, testarli ed ottimizzarli”.